Startup cos’è

Sulla definizione di cos’è una startup ci sono voci discordanti. Tuttavia, una delle definizioni più universalmente riconosciute appartiene a Steve Blank, imprenditore seriale e docente della New York University.

Secondo lo studioso una startup è “un’organizzazione temporanea in cerca di un business model ripetibile, scalabile e profittevole”.

Ripetibile, scalabile e profittevole

Questi tre aggettivi, secondo Blank, aiutano a distinguere una startup da un’impresa tradizionale. Facciamo chiarezza su qual è il significato di questi tre aggettivi.

  • Ripetibile: con questo aggettivo, lo studioso si riferisce a una delle caratteristiche più apprezzate in una startup, ovvero la sua capacità di ottenere ricavi più volte nel tempo, attraverso l’erogazione di un prodotto o servizio. In altre parole, non è un business legato alla moda del momento, ma un progetto destinato a generare profitti nel tempo, adattandosi velocemente al mutare degli scenari del mercato;
  • Scalabile: tutte le definizioni di startup, anche le più discordanti, concordano tutte su una caratteristica che non può mancare in una startup, ovvero la scalabilità. Scalabile significa in buona sostanza che la startup è in grado di crescere in modo veloce, passando da 100 clienti a 100mila, senza che questo, tuttavia, comporti uno sforzo ingente di risorse finanziarie;
  • Profittevole: qui lo studioso spiega come la parola “profitto” in una startup possa declinarsi in tanti modi che non riguardano esclusivamente la monetizzazione nell’immediato. Una startup può anche non fatturare tantissimo nei primi anni, ma costruire una community di migliaia se non milioni di appassionati e poi lavorare per vendere le informazioni alle aziende: questo è stato il modello, per esempio, dei social media, da Facebook, a Twitter, fino a Snapchat e a Tiktok. 

Crescita veloce e tecnologia

Alla definizione di Blank, aggiungiamo poi altre due caratteristiche che aiutano a capire meglio cos’è davvero una startup. Da una parte la crescita veloce. Paul Graham, il cofondatore di Y Combinator, fa un esempio molto calzante proprio sulla crescita di una startup, mettendo a confronto Google con il negozio di un barbiere. Un barbiere, per esempio, soddisfa un bisogno locale, pochi sarebbero infatti disposti a viaggiare per recarsi da un barbiere in un’altra città. Mentre un software come Google espande i confini, superando i limiti territoriali. 

Inoltre, c’è la componente tecnologica: è l’innovazione a caratterizzare le startup, l’uso delle nuove tecnologie e la capacità di creare strumenti che non esistono ancora sul mercato, sono altre caratteristiche che distinguono una startup da un business tradizionale.

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